Su Pet B2B di ottobre, le sfide e le strategie dei distributori

by Redazione Pet B2B
Pet B2B Distributori

In un mercato dove continua ad aumentare la pressione sui margini e per i negozianti la tentazione di entrare nel gioco della battaglia sui prezzi è sempre dietro l’angolo, quale sorte può toccare nel medio lungo termine il canale dei distributori e dei grossisti? In un contesto ricco di sfide, la notizia positiva è che la specializzazione continua a vincere. Così come accade per tutti gli altri livelli della filiera, dall’industria fino ai rivenditori, il mondo pet premia chi punta su innovazione, servizi, differenziazione e offerta su misura. Sul numero di ottobre di Pet B2B è pubblicata una ricca analisi del mondo della distribuzione, che ha raccolto anche gli interventi di alcuni autorevoli esponenti del settore.

Osservando la molteplicità dei player attivi nel panorama della distribuzione di alimenti e accessori per pet in Italia, si può notare un’ampia varietà dei modelli di business, per la maggior parte unici e ben caratterizzati. Il contesto si compone di aziende che dimostrano capacità strategiche evolute e al passo con le principali sfide del settore. Fra i molti diversi tipi di imprese presenti nel mercato, si possono distinguere due macro-categorie fondamentali. La prima è quella dei cosiddetti grossisti tradizionali, con un portfolio che spazia tra tutte le categorie merceologiche e che comprende accordi di distribuzione non esclusiva della maggior parte dei principali brand disponibili sul mercato.

Rispetto a questo primo modello di distribuzione, se ne può individuare un secondo
costituito per la maggior parte da player operanti a livello nazionale con un’offerta più strategica e selettiva. Fra questi, le aziende di grandi dimensioni generalmente operano per mettere a disposizione della clientela un servizio capillare rivolto in alcuni casi anche a qualche migliaio di punti vendita, ma anche a veterinari, farmacie e allevatori su tutto il territorio. Le realtà più piccole si interfacciano invece con un ristretto numero di insegne, collaborando solamente con i pet shop indipendenti e qualche piccola catena, escludendo il canale grocery.

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