Almo Nature passa alla Fondazione Capellino, a supporto di iniziative in difesa degli animali

by Redazione Pet B2B

Pier Giovanni Capellino

La proprietà di Almo Nature è stata donata alla Fondazione Capellino. Il trasferimento avrà effetto retroattivo sui profitti maturati dal 1° gennaio 2018. Il claim “Owned by the Animals” aggiunto al nuovo logo sottolinea questo passaggio voluto dal fondatore della società, Pier Giovanni Capellino, per meglio supportare e promuovere progetti in difesa di cani e gatti e a sostegno della biodiversità in Italia, in Europa e nel mondo.

Fondata nel 2000, Almo Nature ha chiuso il bilancio dello scorso anno con un fatturato di 75 milioni di euro e prevede di raggiungere quota 81 milioni nel 2018. L’azienda specializzata nella produzione di pet food naturale, finora ha operato sviluppando progetti a sostegno della dignità e dei diritti degli animali attraverso la divisione “aLmore”. Queste attività saranno ora promosse e gestite dalla Fondazione Capellino, unitamente alle iniziative che i dividendi dal 2019 renderanno possibili.

Fra i primi progetti a essere sostenuti dalla fondazione, “A Pet is for Life” è nato con l’obiettivo di ridurre il numero di cani e gatti abbandonati, fissando delle regole per la gestione responsabile dei pet a livello europeo. “Farmers&Predators” ha invece l’obiettivo ultimo di armonizzare la coesistenza tra allevatori e animali predatori selvatici cosicché la biodiversità diventi un’opportunità per migliorare la qualità della vita.

La Fondazione Capellino avrà base provvisoriamente a Genova, prima di essere trasferita a San Salvatore Monferrato in provincia di Alessandria, non appena terminati i lavori di recupero della nuova sede. Questa è sita sulle colline che separano le zone pianeggianti del casalese e dell’alessandrino, in un’area riconosciuta Patrimonio Mondiale Unesco. Concluso il percorso di ristrutturazione in bioarchitettura e con l’impiego di energie rinnovabili, la fondazione ospiterà un’oasi della biodiversità con numerose varietà di piante, erbe, frutti e ortaggi. Quando l’ecosistema raggiungerà il suo “equilibrio ecologico”, saranno avviate diverse attività, tra le quali un progetto educativo finalizzato alla formazione professionale nel settore della biodiversità attraverso la creazione di un master universitario.

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