Cresce il mercato dei roditori mentre i volatili faticano a spiccare il volo

by Redazione Pet B2B

Canarini, cocorite, inseparabili, ma anche lemming, criceti e conigli: il mercato dei piccoli animali è ampio, ma poco menzionato quando si analizza il pet care in Italia. Eppure si tratta di un comparto che muove un giro d’affari certamente più contenuto rispetto a cani e gatti, ma che per molti pet shop, soprattutto per chi mantiene il vivo in negozio, rappresenta un asset fondamentale, un traino per le vendite e una vetrina del punto vendita. In questo speciale verrà dedicato un approfondimento proprio a roditori e volatili, in un prossimo appuntamento verrà dato spazio invece a rettili e al vasto settore dell’acquariologia.

Il giro d’affari

Dal punto di vista economico, il pet food per roditori e volatili ha raggiunto in Italia un fatturato di circa 10,65 milioni di euro. Secondo il rapporto Assalco 2024, il food per volatili ha generato 6,18 milioni di euro, mentre quello per roditori 4,48 milioni. L’offerta mantiene un potenziale di sviluppo interessante, sostenuto dall’ampliamento delle gamme e dalla crescente attenzione alla qualità delle formulazioni. Chi adotta è sempre più attento all’alimentazione del pet, questo interesse viene intercettato dalle aziende che puntano sempre di più a studiare formulazioni ad hoc pensate per specie, età e sesso sia dei roditori che dei volatili.

I roditori

Per quanto riguarda i roditori, si osservano dinamiche di trasformazione interessanti, legate al crescente interesse dei giovani pet owner, sempre più attenti alla salute e alla cura di questi animali. I piccoli mammiferi sono più di 3 milioni e vengono spesso adottati perché ritenuti meno impegnativi rispetto a cani e gatti. Molti consumatori che accolgono un animale in casa per la prima volta scelgono di partire proprio con un criceto, un porcellino d’india o un cincillà, considerando in un secondo momento di passare al coniglio e poi al cane o al gatto, al tempo stesso il tasso di ri-adozione è molto alto.

I volatili

Sul fronte ornitologico, l’Italia – e in particolare il Nord Est – si conferma leader europeo per numero di uccelli ornamentali. La popolazione resta ampia, con 12,7 milioni di esemplari registrati nel 2024, in leggera contrazione rispetto all’anno precedente. Si tratta quindi di una popolazione pet ampia, che rappresenta un bacino di consumatori significativo per la distribuzione specializzata, ma che vive oggi una fase di transizione, stretta tra il calo della vendita del vivo e l’impatto delle nuove normative. Tra queste si inserisce anche l’obbligo formativo previsto dal 2026 per commercianti, allevatori e proprietari di animali esotici e selvatici, che porterà nuove responsabilità ma anche un percorso di professionalizzazione ulteriore per l’intero comparto.

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