Nel mercato pet, la sostenibilità diventa un driver d’acquisto quando il valore aggiunto del prodotto si traduce in praticità e semplicità d’uso per il consumatore. Tuttavia, ci sono anche target, come ad esempio Millenials, single, o pet owner appartenenti alla Gen Z, che considerano la sostenibilità come un valore aggiunto e selezionano prodotti a basso impatto ambientale. Quando l’acquisto riguarda un prodotto alimentare, l’attenzione del consumatore è orientata al benessere dell’animale e alla fedeltà alla marca. In quest’ottica, sono sempre più numerosi i brand che puntano su una f iliera corta e sulla selezione di materie prime di qualità.
Accessori e sostenibilità
Agli occhi dei consumatori questi elementi sono sinonimo di qualità. Il trend è differente quando si tratta di accessori. Qui l’interesse del consumatore verso prodotti sostenibili è maggiore, a condizione che garantiscano maggiore funzionalità e comodità. Esemplificativo è il caso delle lettiere smaltibili nel Wc. Ma il successo di queste categorie rimane legato al prezzo, che non deve eccedere di troppo quello di un prodotto convenzionale. I dati diffusi dall’Osservatorio Immagino 2024 di GS1 Italy, aiutano a inquadrare meglio il fenomeno. Nel canale super e ipermercati, su un totale di 5.184 referenze dell’alimentazione, il 75,1% (3.870) presenta sulla confezione un claim che richiama la sostenibilità. Nell’ambito di questo gruppo, lo studio identifica altre sotto categorie. La prima è quella relativa alle indicazioni pratiche (62%), dove si distinguono pack con claim relativi alla raccolta differenziata (50,5%). Il secondo gruppo, invece, riguarda le indicazioni relative alle singole caratteristiche ambientali. E, anche in questo caso, la parte del leone spetta alle informazioni dedicate alla riciclabilità del packaging (44%), seguite da quelle sulla formulazione degli ingredienti (25%).
Il benessere dell’animale al centro
Questi numeri, seppur positivi, confermano quanto affermato: più che la sostenibilità in sé, conta l’impatto concreto che essa ha nella vita quotidiana del consumatore. Ad esempio, le confezioni riciclabili spesso sono più facili da smaltire. La sostenibilità occupa spesso un ruolo secondario perché il benessere dell’animale e la fedeltà alla marca restano il principale driver d’acquisto. A questo si aggiunge il fattore prezzo: l’articolo in confezione o in materiale riciclabile viene acquistato se il suo costo è analogo a quello del prodotto convenzionale. Tutto questo non significa assenza di sell out. I dati di mercato parlano chiaro: l’Osservatorio Immagino rivela che lo scorso anno per iper e supermercati i prodotti con un richiamo alla sostenibilità hanno generato un fatturato di 1,1 miliardi di euro, in crescita del 2% rispetto al 2023.
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